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Il Cuore possiede un cervello

Qual è l’organo che governa il sistema umano? “Che domanda, è il cervello!” È l’ovvia risposta.
Contrordine: il vero “capo” del sistema è il Cuore. Contrordine: la regia” del tuo sistema non è il cervello. Il Cuore possiede  un cervello

I Ricercatori possono dimostrarlo: è il cuore l’organo di comando e non il cervello, come siamo abituati a pensare. Il cuore è il nostro più potente generatore di frequenze, quelle che appunto informano il cervello e tutte le cellule del nostro corpo. L’Istituto HeartMath svolge ricerche da venti anni sulle emozioni e sull’intelligenza del cuore, nonché sulla resilienza e sulla coerenza energetica.

Resilienza

La capacità di un organismo o di un sistema di adattarsi a condizioni avverse e a stress, anche estremi. Oggi le condizioni particolarmente critiche crescono in maniera esponenziale e sollecitano continuamente le persone: la resilienza dunque è un fattore cruciale ed è fondamentale capire come possiamo svilupparla. Gli studi sull’HRV hanno portato proprio allo sviluppo di tecniche e tecnologie molto efficaci per aiutarci a creare più resilienza e a migliorare la salute mentale, emotiva e fisica, malgrado intense condizioni di stress.

Coerenza

E’ uno stato ottimale in cui il cuore, la mente e le emozioni operano in sincronia ed armonia. Alcune persone provano questo allineamento tra mente, emozione e fisiologia in particolari stati: ad esempio può accadere ad un individuo in profondo rilassamento, o ad un monaco in meditazione, o ad un atleta durante un allenamento intenso. La ricerca mostra chiaramente che un maggior livello di coerenza corrisponde a uno stato più efficiente e armonico, dal punto di vista cardiovascolare, nervoso, ormonale e immunitario. Ma Heartmath si è spinto oltre.

Vuoi fare subito pratica?

Sul sito di Heartmath, l’istituto no-profit che svolge ricerche all’avanguardia sul cuore e le emozioni, possiamo trovare una tecnica facile facile, chiamata Heartshift, indirizzata ai ragazzi:

  • Passo 1: Nota cosa provi

    Prenditi un momento di pausa e chiediti: “Cosa provo adesso?” Non pensarci troppo, dì quello che senti, spontaneamente, a voce alta. Oppure scrivilo su un foglio; se ti piace disegnare, puoi arricchire il tutto con immagini, come meglio credi.

  • Passo 2. Porta l’attenzione sul cuore
    Metti una mano sulla fronte e poi spostala, con calma, dalla testa al cuore;senti il tuo cuore, portagli armonia e amore. Mantieni l’attenzione in questa parte del corpo.
  • Passo 3. Respira una sensazione di calma

    in modo naturale, con calma. Immagina di respirare attraverso il cuore, con dolcezza; immagina che l’aria entri ed esca dal tuo cuore. Rilassati e concediti un momento di serenità, continuando a respirare in questo modo. Basta qualche minuto. Come ti senti ora?

La nuova scienza del cuore

Per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l’amore, il coraggio, la generosità. Presso l’Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l’elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni. L’osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo. Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.

Mini-storia della neurocardiologia, la scienza del cuore

Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni ’70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo. I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l’organo predominante. Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona. Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso. Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della neurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di “cervello del cuore”. Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un “piccolo cervello” appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello. Nel libro “Neurocardiology”, il Dr. Armour e il Dr. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, la chimica corporea, la frequenza cardiaca e la pressione. Tutto si traduce in impulsi neurologici che dal sistema nervoso del cuore viaggiano fino al cervello, attraverso diverse vie; per gli stessi canali passano anche i segnali del dolore e le sensazioni. E queste infermazioni entrano nel cervello attraverso una porta d’ingresso che si trova nel tronco cerebrale.

Il cervello del cuore

Il sistema nervoso cardiaco è costituito da gangli complessi: si tratta di neuriti multifunzionali, distribuiti in tutto il cuore, sensibili a molti tipi di input sensoriali provenienti dall’interno del cuore stesso e dal resto dell’organismo. Una volta che le informazioni sono trattate dai neuroni del cuore, i segnali appropriati sono inviati ai nodi seno atriale e atrio ventricolare. Così, in normali condizioni fisiologiche, il sistema nervoso intrinseco del cuore gioca un ruolo importante in gran parte del controllo di routine della funzionalità cardiaca, indipendentemente dal sistema nervoso centrale. Il Dr. Armour e i suoi colleghi hanno dimostrato che il sistema nervoso intrinseco del cuore è vitale per il mantenimento della stabilità cardiovascolare e che senza di esso, il cuore stesso non può funzionare correttamente.

Queste immagini sono state tratte dal lavoro di J. Andrew Armour, MD, Ph.D. e dei suoi colleghi.Per approfondimenti si rimanda alle pubblicazioni disponibili sul sito della HeartMath.

Autore: Di Laura Bartorelli www.alkemica.net | 18.06.2012